Descrizione
Giuseppe Agnello, nato il 5 Febbraio 1888 da Santo e Concetta Cultrera. Nel 1913 consegue la laurea in Lettere; insegna materie letterarie nelle scuole medie di Adrano, Caltanissetta e Catania fino al 1916. Riprese l'insegnamento nel 1921 presso il ginnasio T. Gargallo di Siracusa, dove inizia il suo impegno politico con l'iscrizione al Partito Popolare di Don Sturzo; il suo atteggiamento antifascista fece si che egli si allontanasse dall'insegnamento.
Nel 1943, dopo la caduta del regime fascista, fu nominato Provveditore agli Studi di Siracusa e nel 1948 divenne titolare della cattedra di Archeologia Cristiana all'Università di Catania, ruolo che ricoprì fino al ritiro a vita privata nel 1963.
Numerose sono le sue pubblicazioni su eventi politici ed aspetti storici ed artistici della Sicilia, fra cui Architettura Sveva in Sicilia che, nonostante l'ostracismo mostrato dal regime fascista, fu premiata nel 1936 dalla Reale Accademia d'Italia.
Collabora inoltre a prestigiose riviste specializzate (specie di Archeologia Cristiana e di Architettura) e diede notevoli contributi allo sviluppo di queste materie: fu il fondatore dei congressi nazionali di archeologia cristiana, il primo dei quali si svolse a Siracusa nel 1950, e dei quali fu presidente del comitato scientifico (1967-1975).
Morì a Siracusa il 28 Settembre 1976.
Nel 1986, a dieci anni dalla sua morte, il Comune di Canicattini Bagni, lo ha ricordato in due giornate, intitolandogli la Biblioteca Comunale.[1]
Santo Aiello (1899-1967), fu uno dei migliori scalpellini che operarono in paese. Dotato di particolare abilità tecnica e di notevole estro creativo, fu l'unico, nella sua lunga attività di capomastro, a mantenere una certa coerenza stilistica di chiara ascendenza Liberty.
Dopo un breve periodo di apprendistato a Palazzolo Acreide, cominci giovanissimo a lavorare a Canicattini Bagni, concludendo la sua attività nel 1947, anno della sua emigrazione in Canada.
Fra i suoi numerosi lavori, il prospetto di Via Vittorio Emanuele 251, vero gioiello del Liberty siciliano, fu quello che consacrò definitivamente l'Aiello come artista originale, versatile e soprattutto moderno.[2]
Sac. Sebastiano Ajello, nacque il 31 ottobre 1871 da Emanuele e da Vincenza La Rocca. Terminate le scuole elementari fu avviato verso gli studi classici presso il Seminario arcivescovile di Siracusa dove si distinse per le sue capacità intellettuali; nel maggio del 1894 fu ordinato sacerdote.
Uomo di profonda cultura, fu per molti anni docente di lettere al Seminario di Siracusa e direttore della Biblioteca Alagoniana e collaborò a giornali e riviste varie.
Molto legato al paese, ne visse le vicende politiche e sociali per un cinquantennio, influenzando e talvolta imponendo, con la sua spiccata personalità, le scelte e gli orientamenti; la fama presso i concittadini, deriva al canonico Ajello dalla sua monografia su Canicattini pubblicata nel 1907, nel Dizionario Illustrato dei Comuni Siciliani. Morì nel 1954.
A conclusione di questo rapido profilo, non possiamo non menzionare il suo merito maggiore, ovvero di essersi formato un interessante biblioteca: bibliofilo dotto e appassionato, raccolse circa 4000 volumi che vanno dall'edizione del Cinquecento (le celebri Cinquecentine), a quelle del Novecento.[3]
Arturo Basile, nato il 16 Gennaio 1914, trasferitosi all'età di nove anni a Torino con la famiglia, completò gli studi musicali con il diploma di oboe presso il conservatorio G. Verdi conseguito nel 1933.
Nel 1941 dopo l'esperienza militare, entrò a far parte dell'Orchestra Sinfonica dell'E.I.A.R. di Torino.
Il 20 maggio 1946, dopo aver vinto il concorso internazionale per giovani direttori d'orchestra, all'Accademia di Santa Cecilia, pass a Roma iniziando, nel campo operistico l'intensa attività che lo portò a collaborare con case discografiche, con importanti teatri italiani e stranieri e con famosi cantanti quali: la Callas, la Tebaldi, Di Stefano, Corelli e Del Monaco.
All'età di 54 anni, in seguito ad un tragico incidente stradale presso Vercelli, venne troncata la sua brillante carriera, alla vigilia di un importante incarico alla direzione della Scala di Milano, lasciando un segno profondo nella storia della lirica italiana. Il comune in sua memoria ha intitolato la scuola di musica Arturo Basile.[4]
Giovanni Boncoraggio, nato il 27 giugno del 1831. Suo padre Francesco, originario di Ragusa, si era stabilito agli inizi dell'Ottocento a Canicattini, perchè aveva trovato nel vicino feudo Cardinali condizioni di lavoro a lui favorevoli; la madre, Anna Maria Mangiafico era invece di origini siracusane.
Giovanni, il primo di tre figli, fu il maggiore esponente del fenomeno del brigantaggio che caratterizzò tutto il territorio siracusano nel periodo successivo all'Unità d'Italia. Il fallimento economico della famiglia dovuto al passaggio di proprietà del feudo dal barone Carchici di Catania al barone D. Concetto Musso di Palazzolo, provocarono nel giovane Giovanni, uomo di notevole prestanza fisica, un forte risentimento nei confronti del barone Musso, che per tenerselo buono lo assunse come suo lacchè, facendolo, al momento opportuno arrestare e condannare a sette anni per furto con l'aiuto di falsi testimoni.
Tornato libero in seguito all'amnistia del 1860 decretata da Garibaldi, fu poi nuovamente arrestato e condannato nel 1864 a 10 anni di lavori forzati; dopo alcuni anni evase dal penitenziario di Palmeria e rientrato in paese su sollecitazione di alcuni briganti assunse il comando di una piccola banda che, sotto la sua guida, allargò il suo raggio dazione a tutta la provincia di Siracusa; i furti e i sequestri, a volte accompagnati da delitti, furono davvero numerosi finché, sorpreso dalle forze dell'ordine alla periferia di Carlentini, Boncoraggio fu costretto a fuggire e a rifugiarsi nella grotta Cisternazza in contrada Cavadonna, dove insieme ai suoi uomini fu catturato dai carabinieri.
Ritorna in paese dopo 33 anni di carcere per trascorrevi, serenamente, gli ultimi anni della sua vita; morì il 1 Aprile 1910 a Canicattini, dove sepolto nella tomba di famiglia.
Su Boncoraggio il Professor Vincenzo Ficara ha scritto un libro dal titolo "Giovanni Boncoraggio e il brigantaggio siracusano", nel quale narra le gesta di questo singolare e affascinante personaggio, finora un po’ trascurato da saggisti e storiografi.[5]
Teresa Carpinteri, nata il 4 Settembre 1907 da Francesco Consiglio e Clelia Alfieri. Teresa trascorse i primi anni a Canicattini Bagni, frequentando il liceo classico T. Gargallo a Siracusa e successivamente laureandosi in Lettere presso l'Università di Catania; si trasferì poi a Pisa per specializzarsi in Archeologia e Filologia e definitivamente a Roma per insegnare nei licei. Collaborò con importanti riviste come La nuova antologia, La fiera letteraria, Video. Pubblicò inoltre, diversi romanzi fra i quali La signora di Belfronte, Dionea, L’Eringio e Le stelle dell’Orsa, riscuotendo l’attenzione dei critici e l’approvazione dei lettori grazie alla particolare sensibilità artistica e alla solida padronanza della tecnica narrativa. Morì il 30 Ottobre del 1990 ad Anzio e fu sepolta a Siracusa nella tomba di famiglia, accanto allamata madre. [6]
Laura di Falco Carpinteri, nata il 3 Settembre 1910 a Canicattini dove trascorse l’infanzia e intraprese i primi studi che continuò nel liceo classico T. Gargallo di Siracusa; si laure nel 1932 in Filosofia alla Normale di Pisa con il massimo dei voti. Dopo la laurea si stabilì a Roma, dove insegnò presso gli Istituti Magistrali, dato che il regime fascista non consentiva alle donne di insegnare nei Licei; qui entrò in contatto con gli ambienti culturali più importanti.
Il suo esordio letterario risale al 1948 con la novella La passeggiata a metà aprile, pubblicata sul quotidiano La Nazione di Firenze; la fama per le giunse quando cominci a collaborare al settimanale Il Mondo, una delle più prestigiose testate del dopoguerra.
Autrice di nove romanzi e oltre quaranta novelle, ha sempre incontrato il favore dei critici più severi come Eugenio Montale, Aldo Bocelli, Carlo Muscetta, Walter Mauro e Mario Sipala.
I temi da lei trattati furono sempre attuali nonostante il variare dei tempi come ad esempio i problemi giovanili, la condizione femminile, il degrado ambientale e la crisi della società moderna. Significativi anche i premi che le furono conferiti: il premio Savarese, il premio Sybaris Magna Grecia e il premio Vittorini. Laura Di Falco fu anche pittrice, le sue opere raffiguravano nature morte.
Si è spenta a Roma il 6 Febbraio 2002.[7]
Pasquale Carpinteri, nato nel 1902 da una delle famiglie pi ricche dell'epoca, il Cavaliere Pasqualino, com'era conosciuto, dopo aver trascorso l'infanzia in paese, si trasferì alla morte del padre a Siracusa e poi a Catania, dove avviò una fiorente attività commerciale.
Ritiratosi dagli affari, a settant'anni maturò l'amore per la pittura che gli serviva forse per evadere dal mondo degli affari, quasi come una forma di compensazione spirituale; un motivo di ispirazione costante era rappresentato per il Carpinteri da Canicattini Bagni, il suo paese natio, una sorta di luogo dell'anima, sempre rivisitato e riscoperto, che gli forniva una inesauribile vena di immagini, tipi e prospettive, talvolta riprodotti in forme originali o fantasticamente elaborati.
Morì il 5 Novembre 1996.[8]
Salvatore Lombardo Carpinteri, nacque nel 1812 e fin da giovane dimostr inclinazione per il disegno. Laureatosi in Architettura all'Università di Catania nel 1837, fu costretto, per mancanza di mezzi finanziari, a ritornare nel suo paese; svolse la sua professione a Canicattini, interessandosi attivamente dei problemi economici e sociali del paese a cominciare dall'allargamento del territorio e dalla ricostruzione della Chiesa Madre, semidistrutta dal terremoto del 1848.
Il merito maggiore del Carpinteri stato quello di aver intuito i grandi vantaggi che sarebbero derivati dalle campagne circostanti, dall'utilizzo delle acque del Cardinali, che il barone Musso sfruttava abusivamente per irrigare i suoi terreni.
Morì nel 1879.
Una lapide sulla facciata della casa natia in via XX Settembre e la dedica dell'Aula Consiliare, di recente costruzione, sono la testimonianza di riconoscenza della cittadinanza nei confronti di un benemerito cittadino che mise al servizio della collettività la sua alta professionalità.[9]
Salvatore Carpinteri, nacque l'8 Aprile 1927. Da giovane si trasferì a Roma, intraprendendo gli studi classici che completò poi all'Università di Catania, dove nel 1955 si laure in Lettere con una tesi in Archeologia Cristiana; nel 1956 ritornò a Roma per frequentare la specialistica in Archeologia Cristiana.
Nel 1960 seguì il corso di perfezionamento sul Teatro Antico presso l'Istituto del Dramma Antico di Siracusa; insegnò poi presso la Scuola Media e il Liceo Scientifico di Canicattini.
Si interessò anche alla pittura e alla poesia con risultati lusinghieri, infatti pubblicò le seguenti raccolte: I templi sulla spiaggia, Poesia, Viaggio nella memoria, La favola breve, Il roseto dell'Immacolata Vergine Madre di Dio, La selva dell'amore sacro, Vento di Maggio.
Vasta anche la sua produzione pittorica; ha esposto a Milano, Varese, Brescia e Siracusa. È morto a Siracusa il 2 Marzo 1992.[10]
Antonio Cianci, nato nel 1891, già da piccolo lasciò il paese per entrare nell'Ordine Francescano dei frati Minori Conventuali, per cui molti Canicattinesi hanno saputo della sua esistenza attraverso le riproduzioni, della Scuola di Atene di Raffaello e dell'Assunta del Tiziano, da lui eseguite su commissione degli emigrati d'America, che si trovano rispettivamente nella sala del sindaco in Comune e nell'abside della Chiesa Madre.
Svolse la sua attività artistica a Messina nella chiesa di Sant'Orsola, a Palermo nelle chiese di San Francesco e del Sacro Cuore della Noce e a Louiseville (Canada) nella chiesa di Sant'Antonio. Oltre a composizioni a carattere sacro, realizzate con la tecnica ad encausto, la sua produzione pittorica, comprende riproduzioni di opere classiche, nature morte, paesaggi e soprattutto ritratti. Morì nel 1976.[11]
Salvatore Cianci, nato nel 1921. Seguendo le orme del padre, si laureò in Medicina specializzandosi in Ostetricia e Ginecologia; intraprese la carriera universitaria diventando ben presto libero docente e successivamente professore ordinario e direttore della II clinica dell'Università di Catania.
Membro di numerose società medico-scientifiche nazionali ed internazionali, fu un attento studioso e ricercatore scrupoloso, in particolare, sui tumori dell'apparato genitale femminile, lasciando sull'argomento numerose pubblicazioni dall'alto livello scientifico.
Oltre ad essere un professionista serio e coscienzioso, il Prof. Cianci fu un uomo molto disponibile e di grande generosità, come hanno potuto verificare molti dei Canicattinesi che hanno avuto rapporti con lui, non solamente professionali.[12]
Salvatore Cultrera, nacque il 20 Settembre 1921 da Giuseppe, mastro muratore, e Teresa Cianci detta a Masciuvarina (soprannome che significa figlia di mastro Avarino), la quale gestiva un piccolo negozio di articoli da regalo. Finita la scuola elementare i genitori decisero di ritirare il figlio dalla scuola per mandarlo a bottega ad imparare il mestiere di mastro muratore e scalpellino; inizi il suo apprendistato sotto la guida del fratello maggiore Antonino, già apprezzato in questo settore.
stato l'ultimo dei grandi scultori che si formarono nelle botteghe degli scalpellini, presenti ed attive nel nostro paese, soprattutto nel periodo tra le due guerre; le sue abilità e le sue indubbie qualità, affinate dall'esperienza, dalla continua ricerca e da uno studio personale sulle opere degli artisti famosi, gli permisero ben presto di padroneggiare con accurata professionalità vari materiali (legno, marmo, pietra da taglio), e di cimentarsi anche con buoni risultati, nella pittura.
Numerosissime le sue opere scultoree sia a Canicattini che nei vari paesi della Sicilia, riscontrabili nelle decorazioni delle facciate, delle cappelle, delle tombe e delle Chiese; sue sono le pitture dell'abside della Chiesa Madre e di numerose volte di abitazioni private.[13]
Nello Gionfriddo, nato a Canicattini Bagni il 22 marzo 1929, Nello Gionfriddo (all’anagrafe Sebastiano) è stato tra gli intellettuali più rappresentativi nella storia del paese. Compiuti gli studi classici, conseguì anche l’abilitazione per l’insegnamento nelle scuole elementari, ove si rivelò attento e sensibile alle condizioni degli umili, promovendo iniziative per favorirne il miglioramento delle condizioni attraverso l’esercizio di una cultura che non era solo nozionistica, ma tendeva all’acquisizione di una consapevolezza del ruolo di ciascuno attraverso un’attiva partecipazione alla crescita socio-culturale della comunità.
Possiamo affermare, senza timore di smentita, che quando nella seconda metà degli anni ’60 nella scuola italiana si faceva conoscere la scuola di don Milani a Barbiana, Nello Gionfriddo fu un pioniere perché aveva già anticipato e sperimentato quel metodo, allorché ogni mattina, con la sua Fiat Topolino, andava a prelevare i bambini residenti nelle contrade tra Canicattini, Palazzolo e Noto per riunirli in una pluriclasse ospitata in una delle masserie del territorio. Era l’esperienza di una scuola rurale, ove il contatto con la natura e con la vita reale delle famiglie favoriva un approccio nuovo e disincantato al sapere.
Se questa fu la sua missione professionale, altrettanta attenzione merita il suo impegno nei confronti della comunità canicattinese. Attento, come si è detto, ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione, esercitò la sua azione attraverso un’intensa e proficua attività, tessendo reti di collaborazioni che spaziavano dalla cultura alla politica. Riservato nell’indole, ma solido nelle sue convinzioni, si attirò l’amicizia e la stima di molti intellettuali, operatori culturali e politici, con alcuni dei quali collaborò, tra cui spiccano Antonino Uccello, Michele Pantaleone, Leonardo Sciascia, Wolfango Intelisano, Rosa Balistreri, Renato Guttuso, Lelio Basso, Salvatore Corallo, Emanuele Macaluso e altri.
Parallelamente non va dimenticato il ruolo che egli ebbe nell’animazione culturale del paese. Si deve a lui infatti l’apertura della prima libreria, divenuta negli anni ‘50 un vivace cenacolo di intellettuali e studiosi provenienti anche da fuori paese. Sua l’iniziativa, in collaborazione con la locale comunità cattolica, dei cineforum che rappresentarono fervide occasioni di approfonditi dibattiti sulla società allora in profondo cambiamento, come emergeva soprattutto dai film di Ingmar Bergman e del Neorealismo italiano, che egli procurava con certosina attenzione e puntualità.
Per la sua intensa attività gli fu attribuita la presidenza del Circolo di Cultura, in seno al quale fu fecondo animatore di conferenze, mostre d’arte, incontri, rappresentazioni teatrali e recital, arricchendone la biblioteca e facendovi pervenire le più prestigiose testate giornalistiche letterarie, oltre ai quotidiani e periodici nazionali e locali.
Abbracciato successivamente l’impegno politico, aderì al Psiup (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e poi al Pci (Partito Comunista Italiano), mostrando quelle doti di oculatezza e lungimiranza che gli procurarono la stima anche di coloro che non ne condividevano le posizioni ideologiche. Egli riteneva infatti che l’intesa per il conseguimento del bene comune dovesse prevalere e superare gli steccati ideologici. In tale contesto, eletto consigliere comunale e poi assessore, la sua attività spaziò in tutti i campi che il ruolo pubblico richiedeva, ma soprattutto si prodigò per la crescita culturale del paese, proponendo nel 1971 l’istituzione di una Biblioteca comunale.
Questa però prese corpo nel 1979 – quando Nello Gionfriddo fu eletto assessore per la Pubblica Istruzione – divenendo il cuore pulsante dell’attività culturale canicattinese e rappresentando oggi il naturale proseguimento del ruolo precedentemente svolto dal Circolo di Cultura “Dante Alighieri” che nel corso degli anni recenti ha cessato la sua attività.
Instancabile studioso e scrittore, Nello Gionfriddo fu autore di numerosi saggi che meriterebbero di essere recuperati e pubblicati. Fu tra i fondatori del periodico locale “La voce di Canicattini”, ma qui il suo apporto fu purtroppo breve perché morì, dopo un lungo periodo di sofferenze, il 18 maggio 1995 all’età di 66 anni.[22]
Don Vincenzo Miano, nacque il 28 Giugno 1910, primo di quattro fratelli. Il padre Salvatore (Don Turiddu u pipiddu) di mestiere faceva il calzolaio e del suo primogenito sognava di fare un ingegnere; la madre, Maria Ciarcià, aveva un fratello sacerdote, che per non ebbe alcuna influenza sulla futura vocazione religiosa di Vincenzo, il quale a soli dieci anni e con non pochi sacrifici da parte dei genitori, fu messo a studiare nel Collegio Salesiano di Catania, affinché ricevesse una solida formazione intellettuale e morale, sebbene il padre non avesse rinunciato al suo progetto e coltivasse il segreto proposito di fargli cambiare idea a tempo opportuno. Ma Vincenzo, anche se sinceramente addolorato di non poter assecondare la volontà del genitore, ascoltò soltanto l'imperiosa voce del proprio animo e volle continuare gli studi presso la Congregazione Salesiana, studi che poi proseguirono nell'Università Gregoriana di Roma, dove nel 1930 si laure dapprima in Filosofia e cinque anni dopo in Teologia.
Il 5 agosto 1934 ricevette l'ordinazione sacerdotale nella Chiesa Madre di Canicattini Bagni dall'allora arcivescovo di Siracusa, Monsignor Baranzini; successivamente insegnò nella Pontificia Salesiana di Torino e poi per molti anni in quella di Roma, dove rimase fino alla morte, avvenuta il 28 Giugno 1980.
Del suo lavoro restano documenti importanti quali Il dialogo con i non credenti e Studio sull'Ateismo e formazione al Dialogo; fra le numerose pubblicazioni a carattere filosofico e teologico degni di menzione sono Problemi di Gnoseologia e Metafisica, Problematicismo e Educazione, Il problema della Fede.[14]
Michele Morale, nato nel 1874. Spirito eclettico, si interessò di pittura, scultura e musica; la sua vera passione fu per la matematica, disciplina verso cui dimostrò una notevole predisposizione, svolgendo dopo la laurea attività di ricerca e pubblicando diversi testi matematici.
Professore presso il liceo classico T. Gargallo di Siracusa, ne divenne successivamente preside.
Morì nel 1937.[15]
Mario Daniele Partexano, nacque nel 1637 da Niccol Daniele, VII Barone di Canicattini (per investitura del 7 Luglio 1636) e da Eleonora Partexano; divenne VIII Barone di Canicattini il 10 Gennaio 1669; su questo vasto feudo rifondò il nucleo del paese aggiungendo il nome Bagni (che esisteva fin dal secolo XVI e che deriva dal feudo omonimo), per questo motivo ottenne il titolo di I Marchese di Bagni dal Re Carlo II il 20 Dicembre 1680; nel 1673 ottenne anche il mero e misto impero, vale a dire la libertà di amministrare la giustizia nel suo feudo.
Sposò Anna Pallavicino e Cordova dalla quale ebbe nove figli.
Morì a Canicattini il 21 Marzo 1719, come risulta dal registro dei morti di quell'anno esistente presso la chiesa Madre.
Il 21 Agosto 2015 la città di Canicattini Bagni ha ricordato la sua fondazione avvenuta il 21 Luglio 1682, intitolando al suo fondatore una strada nel cuore del centro storico cittadino, nello stesso luogo dove nacque il primo nucleo del borgo, tra via Regina Elena e via Principessa Jolanda, davanti alla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio.[16]
Pietro Pernice, nacque il 13 Marzo 1904 a Scordia (CT). Dotato di particolare predisposizione per la musica, fu indirizzato fin da piccolo agli studi musicali che lo portarono, giovanissimo, a diplomarsi in clarinetto. Dopo aver vinto a ventidue anni il concorso per l’assunzione nell’Orchestra Sinfonica dell’EIAR (l’odierna RAI) intraprese una intensa attività concertistica; durante una tournée in Argentina fu scritturato come primo clarinetto nell'orchestra sinfonica di Rio De Janeiro.
Rientrato nel 1933 in Italia, si stabilì a Siracusa dove ricoprì l'incarico di clarinetto solista e vicedirettore nella locale banda musicale; finita la guerra si trasferì a Canicattini Bagni assumendo la direzione della Banda Municipale e della Scuola di Musica, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta il 6 Febbraio 1983.
Il Maestro Pernice fu abile arrangiatore e fine compositore, come testimoniano la sua ricca produzione, e gli innumerevoli riconoscimenti ufficiali attribuiti alle sue composizioni originali per banda; della sua copiosa e varia produzione musicale, in gran parte conservata in un fondo presso la biblioteca di Canicattini Bagni, ricordiamo i famosi Canzonieri e soprattutto le numerose marce alcune delle quali come Alba radiosa e Rose rosse premiate con medaglia doro in concorsi nazionali.[17]
Don Rosario Pitruzzello, nato a Melilli il 3 Novembre del 1923. Entrato in seminario a 13 anni, dopo aver compiuto gli studi in teologia fu ordinato sacerdote il 29 Giugno 1951 da Monsignor Ettore Baranzini; il suo primo incarico fu quello di Vice-Parroco nella Chiesa Madre di Vittoria, dove rimase fino al 1956 quando, divenuta Ragusa diocesi autonoma, dovette ritornare a disposizione del vescovo di Siracusa.
Don Rosario fu mandato dapprima a Floridia e quindi a Cassaro dove gli venne affidata la parrocchia e dove rimase fino all'Ottobre del 1963, quando fu trasferito a Canicattini Bagni come parroco della Chiesa di Maria SS Ausiliatrice in sostituzione di Padre Gallo passato al sacro Cuore di Siracusa.
Nel Settembre 1966 divenne titolare della parrocchia Santa Maria Degli Angeli dove ha esercitato il suo mandato fino alla morte avvenuta il 30 Luglio 2013.
Padre Pitruzzello stato un religioso di spiccata sensibilità e di bontà non comune; per rendere omaggio alla sua persona, il 29 Agosto 2013 l'Amministrazione Comunale, in occasione del Trigesimo della scomparsa ha voluto cambiare la denominazione del Ronco Matrice in Ronco Don Rosario Pitruzzello.[18]
Paolo Rio, nacque il 2 Marzo 1892. Scrisse le prime poesie intorno ai 17 anni, mentre studiava al Seminario di Moncalieri, prediligendo come soggetti Dio e la religione e poi la bellezza; nel 1910 pubblica Sgorbi e scarabocchi e alcune novelle umoristiche, ad esempio Come fu che mi sposai. Molte sono le poesie dedicate a diverse fanciulle, spesso dedicava i suoi versi anche a poeti e scrittori come Giosuè Carducci e scriveva su personaggi siracusani.
Si laureò nel 1917 in Legge a Catania e nel 1921 in Lettere a Palermo; insegnò italiano e latino al Liceo Classico di Siracusa; nel 1940 fu nominato Preside del Liceo Scientifico Corbino di Siracusa; professore esemplare tutto fervore di iniziative e di proposte, pubblicava articoli e partecipava attivamente ad ogni manifestazione della scuola.
I suoi ideali erano la Famiglia, la Scuola e la Patria; per questi motivi aderì al fascismo svolgendo un ruolo di primo piano in quanto ricoprì la carica di addetto stampa del Partito. Nel 1943 quando gli inglesi arrivarono in Sicilia lo fecero prigioniero e lo rinchiusero nel campo di concentramento di Padula; fu liberato solo nel settembre 1945 dopo un processo che lo vide assolto da ogni accusa e reintegrato nella carica di preside nel liceo.
Morì a Ragusa il 28 Maggio 1956 mentre presiedeva la Commissione per il Concorso Magistrale.[19]
Giuseppe Sudano, nato nel 1906. Artigiano di notevole talento nella lavorazione del ferro battuto, si formò nell'officina paterna, molto attiva nei seguenti ambiti: lavori di maniscalco, produzione di attrezzi agricoli, riparazione di oggetti di precisione (bilance, fucili), installazione d'impianti idrici e realizzazione di ringhiere, cancelli, porte, lampadari, ecc; per questi ultimi lavori il Sudano mostrò una particolare inclinazione raggiungendo ben presto un'abilità tecnica che gli permise di eseguire opere di pregevole fattura e sempre in armonia con lo stile della struttura architettonica destinata a riceverle.
Oltre ai numerosi cancelli per le cappelle funerarie del cimitero storico, i suoi lavori in ferro battuto si trovano incorporati nelle pi importanti costruzioni del paese: il Municipio, l'Istituto Sacro Cuore, la Cassa di Risparmio, il Palazzo Ruscica di via Vittorio Emanuele ed inoltre nei cimiteri di alcuni paesi limitrofi (Solarino, Floridia).
Morì nel 1967.[20]
Antonino Uccello, nacque il 13 Settembre 1922. Ebbe un'infanzia difficile e travagliata per la morte precoce del padre; il nonno materno, alle cui cure fu affidato e che egli poi ricorderà nelle sue opere, dovette, senza dubbio influenzare la sua personalità. Avviato agli studi classici (trascorse qualche anno in seminario), si fece notare dai suoi insegnanti per le capacità intellettuali e per le ricche letture di poeti fra i quali spiccavano Montale e Quasimodo.
Nel 1944 convolò a nozze con Anna Caligiore, poi costretto dai tempi dovette lasciare la Sicilia e trasferirsi in Lombardia. Gli anni del dopoguerra, caratterizzati da un notevole risveglio culturale, rappresentano il momento decisivo della sua formazione; da questo momento ebbero inizio faticose attività di ricerca, finanziate a sue spese, per salvare un patrimonio etnografico che andava scomparendo e che sarebbe stato definitivamente cancellato se egli non avesse dato vita al grandioso lavoro di recupero e di sistemazione nella sua Casa-Museo. Le vicende entusiasmanti di tale straordinaria avventura sono narrate nel libro postumo La casa di Icaro contenente pi dettagliate informazioni.
Uccello morì il 29 Ottobre 1979 e fu sepolto a Canicattini Bagni.[21]
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[1] Bartolo Mozzicato, Canicattini Bagni Tra storia e ricordi, 2001.
[2] Ibidem.
[3] La voce di Canicattini, Gennaio 1992, Pag 5.
[4] www.siracusanews.it, sito janiattini.it.
[5] Giuseppe Aloisio, Gazzetta di Siracusa, 29 Gennaio 1986,Pag 13.
[6] Paola Cappè, Il Fondo Librario Laura e Teresa Carpinteri, Ottobre 2008.
[7] Vincenzo Ficara, La Voce di Canicattini, Marzo 2002, Pag 3.
[8] Vincenzo Ficara.
[9] Bartolo Mozzicato, Canicattini Bagni Tra storia e ricordi, 2001
[10] Michele Mozzicato, La Voce di Canicattini, Dicembre 2002, Pag 3.
[11] Bartolo Mozzicato, Canicattini Bagni Tra storia e ricordi, 2001.
[12] Ibidem.
[13] La Voce di Canicattini, Settembre 2010, Pag3.
[14] Salvatore Reale, La Voce di Canicattini, Settembre 2004, Pag 3.
[15] Bartolo Mozzicato, Canicattini Bagni Tra storia e ricordi, 2001
[16] Vincenzo Ficara, La Voce di Canicattini, Giugno 1994.
[17] Bartolo Mozzicato, La Voce di Canicattini, Marzo 2002, Pag 3.
[18] Salvatore Mozzicato, La Voce di Canicattini, Settembre 2013, Pag 4.
[19] Vincenzo Ficara, La Voce di Canicattini, Settembre 2001, Pag 3.
[20] Bartolo Mozzicato, Canicattini Bagni Tra storia e ricordi, 2001.
[21] Vincenzo Ficara, provincia di Siracusa, Gennaio – Febbraio 1982.
[22] Paolo Amato.